Statua della Madonna dei Lattani
La devozione alla Madonna del Santuario dei Lattani, dipinta su un blocco in pietra basaltica scolpita, in effetti, potrebbe aver conservato un’antica tradizione rituale legata ad una dea pagana identificata e connessa con una o più sorgenti. Infatti, prima di avere l’appellativo con cui si venera attualmente, Regina Mundi, riconosciuto nel 1952 con bolla papale , ancora nel 1580 la statua era venerata come S. Maria de Fontibus. Ad essa erano, inoltre, attribuiti favori per la fertilità , l’abbondanza e la lattazione . L’acqua, del resto, era ad essa intimamente collegata, se fino al 1700 fluiva in un’apposita condotta nella chiesa del Santuario dei Lattani per arrivare ad una vaschetta da cui i fedeli la attingevano. Sicuramente la prossimità ad una fonte naturale costituisce il primo indizio valido per ipotizzare che la dedica alla Madonna si sovrappose ad un precedente culto indentificato e connesso con la sorgente stessa e con la vicina grotta naturale, oggi protetta da una grata e dall’aspetto di una sorta di piccolo santuario parallelo a quello cristiano.
[65] Ancora oggi si tramanda la tradizione per cui le coppie che bevono l’acqua del Santuario si ameranno per sempre ed avranno il loro primo figlio maschio.
[66] Il collegamento tra la Madonna ed il latte è chiaramente espresso nella ricordata epigrafe del 1586, che sovrasta la statua. La benefica influenza sulla lattazione, in oltre, potrebbe essere rimasta nella tradizione relativa alla fondazione del Santuario. La leggenda è nota: un giorno un pastorello di nome Francesco Gallo
[67] I fedeli la visitano portando ceri all’immagine, fiori ed ex voto che ricordano (o augurano) la nascita di bambini. Tale forma di devozione è attestata in diverse zone dell’Italia centrale e meridionale, dalla Grotta di S. Michele sul Monte Gargano al Santuario della Madonna del Canneto e di Rocca S. Felice.
tratto da : “Roccamonfina, Archeologia e storia di un territorio dagli Ausoni ai Briganti” di Emilia Prata