Chiesa di Ognissanti o Santa Maria di Costantinopoli (Località Ciccioni)

cicioniChiesa di Ognissanti o Santa Maria di Costantinopoli

(Località Ciccioni)

Le origini della chiesa – parrocchia fino al 1576, quando dovette cedere tale prerogativa alla Collegiata di Santa Maria Maggiore, alla quale fu annessa – potrebbero farsi risalire al secolo XII, se si presta fede alla segnalazione di un ritrovamento di una «losanga», sulla quale era incisa la data «1191», avvenuto nel 1934, quando si proce­dette ad un radicale restauro in segui­to ai danni prodotti dai terremoti del 1915 e del 1930.

Di sicuro la chiesa era già attiva agli inizi del secolo XIV: la «ecclesia Omnium Sanctorum», infatti, è men­zionata nei registri dei versamenti delle decime per l’anno 1327, con la specificazione che ad essa erano sot­toposte le quattro chiese di Sa^ Simeone, Santa Maria Annunziata. Sant’Angelo e San Nicola. Con molta probabilità essa era retta da una con­grega, la «congregatici Omnium Sanctorum», menzionata nei registri citati per gli anni 1308-10, anticipando di circa un ventennio la prima attesta­zione documentaria della chiesa.

L’antichità della ecclesia è ulterior­mente testimoniata in una relazione ad Sacra Limina del maggio 1590. redatta dal Vescovo Teano, mons. Vincenzo Serafini, nella quale viene specificato che la «prima et più antica Chiesa c’ha la Rocca Monfina è sotto l’invocation di tutti i Santi, dove sirvi- vano dodici Canonici, e han[n]o cura d’Animi […]».

Durante i lavori del 1934, oltre al ritrovamento del monolito, fu anche portato alla luce un arco, ricoperto da intonaco, con inciso sulla chiave «A[nn]o D[omin]i 15XX2 […] XXA», inglobante un affresco del 1565, raffi­gurante la Madonna del Carmine tra SantAntonio da Padova e San Carlo Borromeo, attribuibile ad un artista provinciale di non grande levatura. Fino a qualche decennio fa, in calce all’affresco, era possibile scorgere un’iscrizione, oggi completamente cor­rosa, che segnalava i nomi dei com­mittenti e l’anno di esecuzione del dipinto: «Hoc Opus F. Fecerunt D. nnocentius D. lo[hann]es Bap[tis]ta et :’nann]es Thomas Pugliese ob devo- : :nem die XV novembris A. D. 1DLXV».

L’interno della chiesa – fortemente za-neggiato dalle mine tedesche e da a:: vandalici da parte delle truppe a eate che, nell’Inverno 1943-44, vi si – aerarono per circa sette mesi – è a: aula unica, caratterizzato da uno s: endido arco trionfale ogivale gotico
e da apparati in stucco del secolo XVIII, non particolarmente rigogliosi. Sulle pareti laterali sono addossati quattro altari: di essi, i più interessanti, sotto il profilo artistico, sono quello sulla destra, al lato della zona presbi­teriale, in marmi policromi, recante alla base del paliotto la data «A. D. MDCCLXXXIII», sormontato da una nicchia contenente una statua della Madonna di Costantinopoli (sec. XIX);

e quello sulla sinistra, dedicato al SS. Crocifisso, che appare deturpato da una serie di interventi di “abbellimen­to”, e che fu fondato nel 1541. Al lato dell’altare, su una mensola angolare, è collocata una teca lignea dorata contenente un’antica statua della Madonna Addolorata, ascrivibile al secolo XVIII.

La zona presbiteriale è delimitata da una balaustra degli inizi del secolo XX. L’altare maggiore, realizzato nel corso del secolo XIX, è sormontato da una cornice in stucco, decorata a fogliame, nella quale era inserita una tela del secolo XVIII, raffigurante Ognissanti, ai quali è dedicata la chiesa, trafugata qualche anno fa ed
oggi sostituita da una riproduzione fotografica in scala 1:1.

Sulla parete destra è posizionata una tela ottocentesca raffigurante la Madonna col Bambino tra Sant’Antonio da Padova e San Vincenzo Ferreri; su quella speculare un’altra tela, raffigu­rante La morte di San Giuseppe, recante in calce uno stemma araldico ed un’iscrizione, in parte perduta per il sollevamento e la caduta della pellicola pittorica, in cui è possibile leggere «D. Carolus Palmiero Rectore […]».

Il dipinto, inserito nella lunetta del portale d’ingresso, raffigurante la Madonna col Bambino tra angeli, è opera del 1937 della pittrice locale Angela Petteruti Anseimo.

 

 

 

fonte C.M.M.S.C. foto A.Panarello

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